Drums Feeling

E' quasi impossibile registrare dei brani musicali solo di batteria!

Quasi! Provate i pezzi che qui allegherò pian piano (molto piano!). Sono un onore ai 25 anni di batteria, vissuti certo di passione, che mi porto alle spalle, a tutte le idee che mi sono venute senza poterle esprimere, gli insegnamenti che ho ricevuto da quel paio di maestri che hanno inciso sul mio modo di far musica: Walter Calloni 15 anni fa, ma soprattutto Carmelo un mitico insegnante italoamericano, body-builder ingrassato e decadente ma vero batterista nell'animo.

Per registrare i pezzi che qui allego ho usato una recentissima Roland TD12k, con l'aggiunta di un terzo piatto ed un secondo pad da 10 per il timpano. Viva la tradizione, ma queste batterie elettroniche sono molto pratiche, ti permettono di suonare in casa facendo tutto il baccano che vuoi e soprattutto sono un inno alla creatività (che dicono non mi manchi!).

Non ho ancora avuto tempo di selezionare un buon computer con scheda audio ed impianto professionale adeguato per le registrazioni. Né di ripetere i pezzi all'infinito cercando la perfezione. Perdonatemi quindi se c'è un po' di rumore di fondo, così come qualche errore di esecuzione (ma è bello così! Non vorrete certo ascoltare una batteria artificiale o dei pezzi ritoccati!)

Raccomando di ascoltarli sullo stereo di casa a volumi molto alti. Non essendoci quasi mai una melodia sotto a basso volume ovviamente non dicono nulla.

Questo primo pezzo l'ho dedicato all'orso Baloo, per il ritmo stentato, compassato, sincopato, mezzo hard rock, mezzo jazz, che lo caratterizza. Immaginate l'orso Baloo che balla od un mostro fantasy che avanza a balzelloni, cercando di muoversi in silenzio pur essendone incapace per la sua mole eccessiva.

Sono quattro minuti di stranezze: il ritmo viene prima introdotto sui timpani, poi una rullata introduttiva inversa sui tom, e via col ritmo sincopato di cassa rullante. Particolare il charleston che viene picchiato in malo modo, aperto per tempi precisi, chiudendolo talvolta di scatto, talvolta lasciandolo libero di suonare a seconda del "feeling", per l'appunto. Gli stacchetti sempre doppi, praticamente elementi inscindibili dal ritmo stesso, che passano sui tom velocissimi e violenti, con un doppio colpo di crash. Segue un paio di martellate sul ride, prima leggere, poi pesanti sulla campana, quasi fosse un ritmo di hard rock, sebbene il ritmo un po' terzinato richiami gli andamenti jazz. Poi, dopo un giro di ritorno sul charleston (sempre malmenato nelle aperture), il ritmo di fondo viene sbrindellato su tom e timpani come si conviene ad un vero pezzo di batteria, ma mai senza perdere il feeling di fondo, ovviamente! Dopo un po' di rullatine dritte e inverse e di colpi accentati a destra e a manca si torna al ritmo stentato iniziale, per spezzare improvvisamente di doppia cassa, pura doppia cassa. Molto buffo. In questa esecuzione breve (per non annoiare!) i doppi colpi di cassa si abbinano presto con piatto e rullante per riprendere stentatamente il ritmo originale e chiudere in salendo, tenendo il tempo sul ride ma frustando in parallelo il charleston sugli accenti.

Provatelo. Mi raccomando di nuovo: a volume molto alto!


Questo pezzo è in onore al mio primo maestro che stressava con le paraddidle. Per capirsi la ripetizione del pattern base DSDD SDSS (D=destra, S=Sinistra) in tutte le variazioni ed accenti.

In genere si usano poco, la gente non capisce, sono difficili, si fa in tempo a sbagliare etc... Io ho cercato di condensare molti esempi di paraddidle in un filo logico che in qualche modo le legasse.
L'impostazione è tipicamente rock, al contrario dell'uso che comunemente se ne fa. Le paradiddle sono eseguite a velocità moderata perchè si riescano a distinguere. Prima un'originale esecuzione "solfeggiata" di paradiddle con cassa e rullante (yes! Cassa e rullante). Quasi una specie di esercizio, paragonabile alle scale di un chitarrista. Poi, introdotto il tema, sono eseguite in decine di variazioni: solo cassa, cassa e rullante, piatti in controtempo etc...
Lo stacco centrale le usa in modo più tradizionale. Non è facile distinguerle ad orecchio, ma la rotazione sistematica delle mani permette di colpire indifferentemente oggetti a destra o a sinistra del batterista, come in questo caso i due timpani (dislocati in modo originale uno a destra e uno a sinistra), i tom come i piatti ai due estremi. Si capisce meglio con la cuffia notando gli accenti stereofonici (peccato ci sia un fruscio che non sono ancora riuscito a eliminare).
A metà stacchetto mi diverto a picchiare sui bordi dei tom e ad alternare le paradiddle con giri di pesante doppia cassa. Anche in questo caso potrebbero sembrare colpi alternati semplici, ma tendendo l'orecchio agli accenti la doppia cassa suona diversa proprio perche i due pedali si alternano nel tipico pattern di cui sopra.
La parte finale torna con il ritmo sui piatti in modo pesante ed è accompagnata da paraddidle di doppia cassa più marcati.
Insomma questo è il risultato. Sarà perchè sono esecuzioni non commerciali, ma non trovo da nessuna parte esecuzioni di paradiddle come questa.
Il set della batteria ha un eco molto caratteristica, da Stadio per l'appunto. Tom e timpani compressi, piatti grandi, un eco lontana continua.

E' un po' lungo, perdonatemi!


Questa è forse la mia creazione più "geniale". Si base su un'alternanza di due pattern base: il primo sembra perdersi in un continuo controtempo sincopato, il secondo riporta in riga il tempo (in fondo un classico 4/4) ma senza nascondere una particolare cadenza con accenti sempre sincopati.

Inizia scandendo i due pattern sui piatti, accompagnandosi solo dal charleston. Poi salta velocemente al ritmo base, molto pieno e che difficilmente si accompagnerebbe ad altri strumenti non lasciando lo spazio per uscire dai ranghi. Eseguo due giri, il secondo più marcato aprendo il charleston in divertenti effetti sonori.
Dopo una serie di stacchetti che partono dal charleston per finire ripetutamente sul piatto, ripeto il tempo accompagnandomi di ride sempre in salendo, accentando in varie finezze i colpi base dei due pattern, destinati a "bucare" il cervello dell'ascoltatore.
Dopo essere tornato di nuovo marcatamente a battere il tempo sul charleston introduco uno assolino di timpani con gli stessi pattern. Sono fantastici, dal mio punto di vista, questi due pattern per creare possibilità di accentare i tom. Il set di questa batteria ha poi dei suoni fra i miei preferiti, con dei tom davvero secchi e corposi.
Particolare lo stacco centrale di cassa e charleston, sempre con gli stessi pattern ovviamente. Mi sono divertito a chiudere il charleston sempre in maniera secca tranne in due coppie ove lo lascio suonare libero dopo averlo chiuso velocemente con il pedale. E' una finezza tecnica che qualche maestro insegna ma che ho rarissimamente riscontrato nei pezzi che sento, così come negli assoli dal vivo. Qui si nota bene perchè il charleston fa coppia solo con la cassa.
Dopo un giro ennesimo con piatti marcati e doppia cassa, torno a divertirmi con un altro stacco dagli accenti particolari e chiudo in un rapido giro sul charleston "violentato" in chiusura con un brusco azzittimento.

Provatelo con lo stereo di casa, tenete velocemente il tempo con la testa e lasciate che gli accenti vi danzino intorno al cervello... un vero "trip"!


Dedicato a tutti coloro che non sanno della possibilità di realizzare pezzi di batteria "melodici" grazie agli effetti MIDI.

In questo pezzo ci sono innumerevoli strumenti dai suoni dolci: una batteria elettronica base, tastiere, 3 bassi, glockenspiel, marimba, tubular bells, legnetti, crotales, Xylophone... e pure qualche effetto elettronico.
Diverse scale di note accompagnano tutti gli strumenti dal charleston ai piatti, dalla cassa ai tom.
Non si tratta di sequenze preregistrate, è un'unica esecuzione, senza comporre tracce ne ritoccare una sola nota al computer (errori compresi)!
Semplicemente la batteria elettronica riesce: 1. ad associare strumenti di accompagnamento a suoni comuni della batteria. 2. ad alterare secondo rotazioni prefissate le note che vengono eseguite ad ogni tocco di bacchetta o pedale.
Il risultato è qualcosa di corposo ed estremamente sincronizzato: sembra che tre o quattro musicisti stiano suonando contemporaneamente ed in modo perfettamente sincronizzato.
Ad esempio nella parte centrale con tre brevi frammenti evidenzio che al piatto alla mia sinistra è associato un basso tradizionale, al ride a destra un basso fretless, ed un basso rock alla cassa. Tutti e tre con 3 differenti scale. Suonandoli assieme sembra che il batterista sia accompagnato da un paio di bassisti in un concerto impossibile. E ogni tanto si aggiunge un tastierista! Ma sono sempre e solo io. Ogni nota è comandata da un tocco di bacchetta! Il finale ad esempio sfuma di volume, accenti e forza evidenziando una totale sincronicità fra percussioni e note.

E' dolcissimo! E davvero curioso!


Tratto dal ritmo centrale di un pezzo rock di uno dei più famosi gruppi storici degli anni 70-80 (chi l'indovina è bravo), questo ritmo martellante regge quasi la solitudine dagli strumenti di accompagnamento che dovrebbero fargli da contorno.

La batteria di legno "Old Style" ha come opzioni tecniche pelli coated (niente pin stripe), tre tom lasciati liberi di suonare senza correttivi, rullante basso di legno, piatti tradizionali. Solo la doppia cassa è particolarmente compressa per rendere meglio il ritmo con il doppio pedale.
Si tratta di un ritmo pesante che mette alla dura prova le mie capacità di "vecchietto", non abbastanza allenato a picchiare in continuazione. Però mi piace molto in quanto non è troppo veloce e lascia lo spazio ad una ritmica ricca che non annoia immediatamente, come succede per capirsi con la maggior parte dei ritmi rock quando vengono spogliati da tutti gli altri strumenti di contorno.
Io dal canto mio ho fatto di tutto per riempirlo suonando ogni pezzo disponibile. Picchio con bacchette pesanti per ottenere la "giusta" sonorità e lascio pochi spazi liberi. La prima metà è abbastanza fedele all'originale, poi mi sono lasciando andare con un minimo di variazioni.

Very Old Style: l'impostazione prescelta dell'ambiente sonoro è quella di un garage!


Piace molto a mio figlio. Quanto basta per inserirlo.

Questo pezzo dalla sonorità molto particolare, realizzato con una versione personalizzata di un'impostazione base del drum kit, è caratterizzato da un suono elettronico filtrato da effetti "Flanger" e accompagnato da strings di tastiera midi che ne caratterizzano l'inizio e la fine.
La cassa è accompagnata da un basso e in diversi tratti sembra addirittura un pezzo completo, pieno, come se non mancassero altri strumenti di accompagnamento.

Molto particolare: dà un'idea dei livelli "strani" a cui si può arrivare con questo tipo di batterie elettroniche!


Tratto da un pezzo rock fra i più famosi gruppi storici, oserei dire Pop-Rock, degli anni 80 (anche qui chi l'indovina è bravo), questo ritmo è caratterizzato da piatti ritmatissimi e sembra non avere mai termine.

Certamente siamo ai limiti delle mie possibilità. Il pezzo è veloce, difficile inserirvi dei passaggi e delle variazioni.
Tranne la doppia cassa compressa, anche qui il suono è molto old style.
Mi piace molto per la sua fluidità (almeno nell'idea originale), la partenza di solo ride, i giri di doppia cassa. Io ho fatto di tutto per darvi un feeling e per inserire delle piccole variazioni di ritmica che ne impreziosissero il pezzo.
Resta comunque un ritmo base, a cui andrebbero aggiunti minimo un basso e una chitarra elettrica.

OK! E' venuto troppo lungo e ci si perde, ma l'idea è buona da riprendere ad averci molto tempo per studiarlo.


Tratto da uno dei più famosi pezzi rock degli anni 70, l'esecuzione di questo ritmo Hard dimostra come sia possibile interpretare anche questo genere di musica con fraseggi ritmici raffinati.

Indeciso fra più versioni ne allego 3, ognuna con il giusto grado di imperfezione ed il finale fuori controllo. La prima è un po' distorta ma rispecchia di più il suono cupo che volevo usare inizialmente. Poi per evitare distorsioni ho raffinato il suono nelle 2 esecuzioni successive togliendo un po' di bassi.

Il pezzo è antico, ma la batteria ha un suono potente, compresso e moderno. I like it.


Nella bocca della cisterna.

L'interpretazione fluida di questo Drum Kit è finalizzata proprio a dare l'idea della sonorità stranissima da cisterna, fognatura, scarico del...

Insomma: pezzo discutibile, ma dalla sonorità unica!


Pezzo durissimo. E' un terzinato veloce in cui mi sono azzardato ad inserire un triplo colpo di cassa singola nel ritmo centrale.

La sonorità della batteria è compressa, cupa, moderna.
Il triplo colpo di cassa mi è venuto abbastanza bene, sfruttando il rimbalzo della pelle e la giusta impostazione del pedale (un Pearl "Eliminator").
Si tratta del tipico pezzo difficile da sostenere dal vivo per la difficoltà di ripetere il triplo colpo di cassa eseguendolo sempre uguale.

Un famoso video gioco ha un ritmo simile, molto bello se accompagnato dai giusti strumenti!


La tentazione di divertirmi con i suoi "africani" in dotazione al drum kit.

Il pezzo è imperfetto: complessivamente noioso anche se alcuni suoni sono davvero sorprendenti.

Direi che anche il Drum Kit è imperfetto: qualche pad ha sonorità troppo normali.


Un mix di suoni tipicamente da batteria elettronica.

Belle le rullate dalla sonorità spaziale! Il resto è aria fritta senza delle adeguate tastiere di accompagnamento.

Un pezzo di dovere: mancava in questa pagina!


Se volete un pezzo massacrante, incasinato, velocissimo, dai suoni lancinanti, per capirsi un Heavy Hard Metal Rock di quelli che dopo 5 minuti esce il sangue dai pori della pelle del batterista, beh! allora provate questo.

Mi vergogno un po' a pubblicare un pezzo del genere. E' davvero massacrante e ovviamente pieno di piccoli errori (niente ritocchi al computer o tracce sormontate).
Dovrei provarlo almeno 100 volte prima di raggiungere un livello soddisfacente.
Però è interessente, veramente denso: non stacco mai le mani dalla batteria per meno di un micro secondo!
Le sonorità sono ottime. Il rullante in particolare, dieci pollici di metallo, sul quale mi diverto con una lunghissima rullata iniziale.
Qualche dubbio solo sul suono del crash principale che per dare la giusta atmosfera al pezzo suona giustamente angosciante, ma è un po' irreale. Del resto è picchiato alla disperazione insieme ad un china-ride.

Pesantissimo, davvero Metal!


Innumerevoli esperimenti per inserire colpi di doppia cassa in modo più o meno originale in ritmi di diversa natura.

Sono un po' troppo lunghi e noiosi, ammetto, ma contengono tutti spunti interessanti di doppia cassa (Ascoltateli con lo stereo di casa, non con le cassettine del PC, i colpi di cassa non si notano nemmeno!).

Sono ritmi rari ed originali, molto difficili ed al limite delle possibilità espressive!


Molto basso, Xilofono, tastiere e tanti giochetti di doppia cassa, rullante, piatti e tom.

Sonorità New Age vagamente Cinesi ed orientali.

Un po' lungo, qualche errore ma sembra una improvvisazione di 3/4 musicisti!


Un omaggio al Jazz.

Non essendo certamente bravo in questo genere ho inserito degli originali fraseggi di doppia cassa.

Una cosa strana ma ci sta! Le sonorità generali sono buone: la doppia cassa sembra talvolta una mitraglia ma resta asciutta.

Un po' ibrido e troppo lento per i miei gusti ma accelerando si sarebbero persi i giochetti. Avrei dovuto aggiungerci almeno un basso per renderlo meno noioso.


Mai eseguito un pezzo talmente frenetico e assordante, isterico e martellante.

Davvero ne ho sentiti tanti di ritmi pesanti in vita mia (son vecchio!). Ma questo è davvero massacrante.
Il ritmo principale caratterizzato da una cupa doppia casa in contro tempo ed un rullante di alluminio è pieno, metal e "cattivo".
Il ritornello con il piatto picchiato doppio è "cattivissimo". Anche i flam di cassa sono doppi, la rullata centrale sui timpani, i colpi di crash.
Il pezzo è pieno, quasi non c'è spazio per altri strumenti.
Ho lasciato pure un sonoro leggermente distorto e rimbombante, in modo che si sentano le grancasse anche dal PC.
Potrebbe essere il pezo di apertura di un gruppo Heavy Metal.

Insomma: cattivo, cattivissimo.